Malattia di Parkinson e LRRK2: un aggiornamento

 

 

GIOVANNI ROSSI

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 08 aprile 2017.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVE AGGIORNAMENTO]

 

Le mutazioni nel gene LRRK2 (leucine-rich repeat kinase 2) sono la più comune causa genetica di malattia di Parkinson e uno dei maggiori fattori di rischio delle forme cosiddette sporadiche della malattia. La proteina LRRK2, costituita da 2527 aminoacidi, contiene una piccola GTPasi Ras-simile, un dominio chinasico e vari domini di interazione proteina-proteina. Una notevole mole di studi condotti in vitro e in vivo, adottando differenti sistemi-modello, ha consentito di progredire nella conoscenza dei meccanismi molecolari che determinano la neurodegenerazione indotta da LRRK2. Fra tutti i sistemi adoperati, i modelli sperimentali animali, quali quelli realizzati su base genetica o su base virale, si sono rivelati di importanza cruciale per la comprensione della patogenesi della malattia umana. Una conoscenza approfondita di tali modelli è possibile grazie ad un’esaustiva ed accurata rassegna realizzata da Yulan Xiong e colleghi (Dawson T. M. e Dawson V. L.), che nella loro discussione forniscono elementi utili per i ricercatori e culturalmente significativi per chi segue questo campo delle neuroscienze.

(Xiong Y., et al. Models of LRRK2-Associated Parkinson’s Disease. Advances in Neurobiology 14: 163-191, 2017).

Dei numerosi istituti di provenienza citati dai tre autori si riportano i seguenti: Neuroregeneration and Stem Cell Programs, Institute for Cell Engineering, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, MD (USA); Department of Neurology, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, MD (USA); Solomon H. Snyder Department of Neuroscience, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, MD (USA); Department of Pharmacology and Molecular Sciences, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, MD (USA); Department of Anatomy and Physiology, Kansas State University College of Veterinary Medicine, Manhattan, KS (USA).

Da quando LRRK2 è stata clonata ed identificata (2004) sono stati compiuti notevoli progressi nella comprensione della sua funzionalità di base, incluse le sue attività chinasica e GTPasica, i suoi interattori proteici, la localizzazione subcellulare e la sua espressione nel sistema nervoso centrale e nei tessuti periferici. Ma, gli apparenti progressi nella conoscenza dei meccanismi molecolari mediante i quali le forme mutanti di LRRK2 portano a morte i neuroni dopaminergici nella substantia nigra mesencefalica dei parkinsoniani, sono in realtà ancora molto limitati, soprattutto se li si rapporta a quanto ancora non si conosce. Per la sua complessa strutturazione in domini, LRRK2 mostra similitudini con molte famiglie polipeptidiche, incluse le proteine ROCO e le RIP chinasi.

Esperimenti condotti in modelli cellulari in cui un mutante LRRK2 è iper-espresso in linee cellulari simil-neuroniche o in neuroni primari hanno consentito di rilevare evidenze di morte cellulare apoptotica, implicanti componenti sia della via intrinseca sia della via estrinseca alla perdita di neuroni. Si deve tuttavia osservare che l’espressione di LRRK2 è comparativamente piuttosto bassa nei neuroni dopaminergici del mesencefalo ventrale, corrispondenti a quelli della sostanza nera nell’uomo, pertanto esiste la possibilità che intervengano anche altri meccanismi - come una segnalazione non autonoma dalla cellula - nei processi responsabili della perdita delle cellule nervose. Rideout e Re, rispettivamente dell’Accademia di Atene e della Columbia University, hanno discusso in dettaglio le differenti vie per la morte dei neuroni che possono essere attivate da forme mutanti di LRRK2, guidate in parte dal comportamento di altri membri della famiglia di proteine RIP chinasi.

(Rideout H. J. & Re D. B., LRRK2 and the “LRRKtosome” at the Crossroad of Programmed Cell Death: Clues from RIP Kinase Relatives. Advances in Neurobiology 14: 193-208, 2017).

La provenienza degli autori è la seguente: Division of Basic Neurosciences, Biomedical Research Foundation of the Academy of Athens, Athens (Grecia); EHS Department and Motor Neuron Center, Columbia University, New York, NY (USA).

Le maggiori acquisizioni circa la patologia molecolare della malattia di Parkinson sono state ottenute dallo studio delle forme familiari, ma si tratta ancora di una conoscenza incompleta. La ricostruzione di tutte le tappe dell’eziopatogenesi molecolare, fino ai processi che sono causa diretta della formazione dei sintomi, è un mosaico al quale mancano ancora molte tessere. Solo le mutazioni dei geni codificanti α-sinucleina e LRRK2 sono state associate con i tipici elementi patologici e clinici della malattia. Un aspetto rilevante, e che motiva questo aggiornamento, è che LRRK2 sembra avere un ruolo centrale nella patogenesi del Parkinson per la sua associazione con la patologia dell’α-sinucleina e di altre proteine implicate nel processo neurodegenerativo. La questione è affrontata da un ricercatore australiano, esperto delle interazioni LRRK2-sinucleina, in un documentato articolo.

(Daher J. P., Interaction of LRRK2 and α-Synuclein in Parkinson’s Disease. Advances in Neurobiology 14: 209-226, 2017).

La provenienza dell’autore è la seguente: Faculty of Medicine, School of Medical Sciences, University of New South Wales, Sydney (Australia).

Evidenze sperimentali indicano che la disfunzione di LRRK2 può influenzare l’accumulo di α-sinucleina e le sue alterazioni mediante vari meccanismi patologici che alterano le funzioni cellulari e le vie di segnalazione, interessando il sistema immunitario, l’autofagia, il traffico delle vescicole e la modulazione del complesso del retromero[1]. Su questa base si giustifica lo sviluppo di nuovi inibitori di LRRK2 per trattare la neurodegenerazione associata all’abnorme accumulo di α-sinucleina.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

Giovanni Rossi

BM&L-08 aprile 2017

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Un complesso di proteine importante nel riciclare i recettori transmembrana dagli endosomi al trans-Golgi network.